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La nostra Storia

Capsa Ars Scriptoria

Mi chiamo Enrico e sono il titolare di Capsa Ars Scriptoria, una giovane casa editrice nata in seguito all'incontro fortuito con un antico manoscritto medievale. Mi sono da sempre occupato della realizzazione di mobili da arredamento ma ho coltivato la passione del bibliofilo fin da giovane. Ecco la mia storia. cividale friuli Il progetto editoriale che Vi presento non poteva nascere per caso e in un qualsiasi contesto geografico, ma necessitava di un terreno fertile in cui germogliare e crescere. L'interesse per gli antichi codici manoscritti, l'ho ereditato da mio zio Luigi, collezionista ed appassionato bibliofilo, con il quale ebbi l'opportunità di visitare numerose mostre dedicate ai codici miniati che hanno solleticato la mia fantasia di bambino con i loro colori e gli ori delle preziose miniature. Ho quindi cominciato a respirare ben presto quell'atmosfera piena di fascino che trasmettono queste macchine del tempo, fino al punto da rimanerne completamente incantato.

Seguendo l'esempio di mio zio, iniziai a mia volta una personale ricerca sugli antichi codici manoscritti che mi portò ad acquisire una importante collezione personale e a visitare numerose mostre, compresa quella tenuta il 7 aprile 2006 a Cividale del Friuli, dedicata alla miniatura di Reichenau. Questa data segna anche l'inizio di quel percorso che sfocia oggi in questo prodotto editoriale. callisto miniIn quella occasione ebbi infatti l'opportunità di far visita al Museo Cristiano di Cividale del Friuli, dove scoprii tesori scultorei come il Battistero di Callisto e l'Altare di Ratchis.

fonte-battesimale di callisto

Quest'ultimo è parte integrante della progetto editoriale "Lo scrigno del tempo: I longobardi" che, in anteprima assoluta, vede la riproduzione integrale in pietra, in scala ridotta 1:4.5, di uno dei più straordinari capolavori scultorei dell'arte longobarda.

Nell'occasione della mostra dedicata a Reichenau, ebbi l'opportunità di visitare anche il Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti in Italia per l'abbondanza e la qualità dei reperti di epoca longobarda che vi sono conservati, e venni a conoscenza del fatto che, presso tale museo, fosse conservata una delle più antiche copie conosciute dell'Historia Langobardorum, scritta in lingua latina da Paolo Diacono, monaco, poeta, storico e scrittore cividalese di origine longobarda. Il manoscritto in questione è databile al secondo quarto del IX secolo d.c. ed è catalogato presso gli Archivi e Biblioteca del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli con la segnatura in cifre romane "XXVIII". L'Historia Langobardorum è un testo di grandissimo interesse per lo studio della cultura longobarda, in quanto è scritto da un contemporaneo, appartenente all'aristocrazia longobarda; possiamo anzi affermare, senza ombra di dubbio, che si tratta della fonte principale per quel periodo, alla quale hanno successivamente attinto gli storici di tutte le epoche.

Se di questo codice fosse già esistita una copia facsimilare questo progetto non sarebbe mai stato realizzato, ma il desiderio di acquisire una copia del codice cividalese XXVIII mi suggerì l'idea che avrei potuto lanciarmi io stesso nella riproduzione del prezioso testo, in questo aiutato anche dalla inconsapevolezza delle enormi difficoltà insite in un'impresa del genere. Da qui ad ipotizzare di realizzare perfino una replica in scala anche dell'altare di Ratchis, il passo fu breve.

Iniziò così un lungo percorso di approfondimento e di contatti con le istituzioni, studiosi di storia Longobarda, stampatori di manoscritti antichi, esperti di materiali lapidei, esperti di rilievo monumentale e aziende produttrici di macchine per la lavorazione della pietra, alla fine del quale il progetto che avevo in mente potè finalmente concretizzarsi.

Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli

Ho esordito sostenendo che un progetto editoriale di questa natura non si sarebbe potuto concretizzare in un contesto geografico diverso. Infatti l'idea stessa del progetto è cresciuta anche e soprattutto grazie al clima di interesse che si è venuto instaurando con le numerose e anche recentissime scoperte archeologiche avvenute in Lombardia. Tra queste voglio citare quella importantissima degli "anelli sigillo" di Trezzo d'Adda (MI), fondamentale centro politico e culturale longobardo che, forse non casualmente, è situato nelle vicinanze del mio paese natale, nel cuore della Lombardia. La stessa etimologia del nome di questa regione, di derivazione longobarda, (da Langobardia) indica ancora oggi il grande peso che questo popolo ha esercitato in Italia.

Anello sigillo di trezzo d'adda viii secolo milano

In tempi più recenti un nuovo importante impulso alla ricerca archeologica longobarda è venuto a seguito dei lavori per la realizzazione di una nuova autostrada di collegamento tra le città di Brescia, Bergamo e Milano (BreBeMi). Gli scavi che sono stati effettuati per quest'opera hanno portato alla luce un numero assai rilevante di reperti longobardi tra cui anche un'intera necropoli a Fara Olivana (BG) dalla quale stanno emergendo oggetti di straordinaria importanza culturale, storica ed artistica. Lo stesso toponimo di Fara è di derivazione longobarda in quanto le fare, in origine, erano le unità territoriali di cui erano a capo i duchi longobardi che, pur godendo di ampia autonomia di governo locale, riconoscevano al di sopra di loro l'autorità del re. L'interesse suscitato dai Longobardi è testimoniato anche dal fatto che L'UNESCO abbia istituito, il 25 giugno 2011, il 46mo sito seriale UNESCO Italiano, con la denominazione "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)", inserendovi le più importanti testimonianze monumentali Longobarde esistenti, nelle città di Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento e Monte Sant'Angelo.

Tesori archeologici sotto la brebemi

Nel corso dei lavori di ricerca affrontati per la riproduzione del codice cividalese XXVIII, ci si è resi conto che questo progetto, poteva costituire solo un primo passo nella conoscenza dell'arte e della cultura longobarda e che altre eccellenze di tale cultura meritavano di essere inserite nel percorso di approfondimento che si andava delineando. Nacque così l'idea di dare vita alla collana editoriale "Lo scrigno del tempo: I Longobardi".

Il facsimile dell'Historia Langobardorum di Cividale del Friuli e la riproduzione in scala dell'Altare di Ratchis costituiscono il primo anello di questa collana, mentre il Codex legum Langobardorum e la lapide di San Cumiano ne costituiscono il naturale proseguimento.

Al termine di questo racconto personale, voglio ringraziare tutti gli studiosi, i ricercatori, i funzionari degli Enti pubblici, che con il loro entusiasmo, il supporto, l'incitamento e i suggerimenti mi hanno aiutato a concretizzare questo progetto. A tutti loro il mio più sincero ringraziamento.

Enrico Chigioni, CAPSA Ars Scriptoria

 

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